
Nell’universo di Filly Cusenza nulla è convenzionale. Artista, designer e mente visionaria dietro il brand Filly Biz, ha trasformato l’arte in una forma d’espressione da indossare, senza mai rinunciare a ironia, impegno e radici. Le sue creazioni – siano esse installazioni di grande impatto o abiti su misura – raccontano storie intime e universali, fatte di maternità, femminilità, sogni infranti e desiderio di riscatto. A Bagheria, nel Museo Guttuso, le sue opere si confrontano con lo spazio e con la memoria collettiva: dalla toccante ‘La mia casa è il Mediterraneo’, che denuncia la tragedia umana dei migranti, al gigantesco reggiseno nero di ‘Tutta colpa dello zucchero’, che si stacca idealmente da un quadro del maestro per prendere vita propria. La sua arte parla con leggerezza di temi pesanti e con poesia di esperienze comuni. Nel 2016 ha dato vita a un brand che è anche una famiglia: insieme alle sue due figlie, Noemi e Federica, ha fondato un atelier che unisce arte, moda e narrazione, con una forte attenzione alla sostenibilità e all’unicità di ogni donna. Perché un’opera d’arte non deve restare chiusa in un museo: può camminare per strada, lavorare in ufficio, emozionare chi la incontra per caso. Radicata in Sicilia – “perché se tutti se ne vanno, cosa resta?” – Filly disegna tra il profumo dei limoni e lo scintillio del mare, portando nel mondo un’idea di Made in Italy autentica, visionaria e profondamente umana. Sicilian Secrets l’ha intervistata.
D: ‘La mia casa è il Mediterraneo’ è un’opera esposta al Museo Guttuso di Bagheria. Qual è il significato dietro questa installazione il cui titolo è già di grande attualità?
R: Sono ormai tanti, troppi anni, che vediamo barconi carichi di persone sfidare il mare per un futuro migliore. I TG ci hanno abituato a certe immagini, e questo non va bene. Al contrario, bisogna sempre attenzionare questo problema che resta attuale. Gli artisti possono lanciare un messaggio attraverso le loro opere: io sono una mamma e quando vedo quelle donne, penso ai loro figli e al loro viaggio, e a chi non ce l’ha fatta: la loro casa è diventata il Mediterraneo. Il mare si fa custode di sogni infranti, di bambini che non potranno rivedere più la terra. ‘La mia casa è il Mediterraneo’ è un’opera in tessuto dove si vedono dei corpi di donne in gravidanza, di feti e di tanti bambini: è un’opera d’impatto, e ancora di più, è la realtà.

D: Sempre a Villa Cattolica si trova ‘Tutta colpa dello zucchero’, un enorme reggiseno appeso a una parete. Cosa l’ha ispirata a creare quest’opera e quale messaggio intende trasmettere?
R: Quando mi hanno chiamata per realizzare una mia opera al piano nobile del Museo Guttuso, mi hanno mostrato lo spazio e sono stata colpita dall’opera di Renato Guttuso del 1967 intitolata ‘Donne stanze paesaggi oggetti’ in cui si vedono alcune donne che si stanno spogliando. Si trova sulla parete di fronte, e così ho pensato subito a questo enorme reggiseno che è se fosse come volato via dal quadro finendo dall’altro lato! Amo le cose grandi e avendo sette metri a mia disposizione, li ho utilizzati. Colpisce molto ed è fotografatissimo perché inaspettato.

D: Nel 2016 ha fondato il brand Filly Biz, trasformando l’arte di Filly Cusenza in moda da indossare. Come descriverebbe l’evoluzione dal creare opere d’arte a realizzare abiti e accessori?
R: Sin da piccola mi dedicavo a questo tipo di attività, magari realizzando i vestiti delle bambole, supportata da mia madre e mia nonna che cucivano per mestiere. Crescendo ho continuato a farlo, ma solo per me. Dopo aver studiato alla facoltà di architettura e poi all’Accademia di Belle Arti, ragionando anche con la mia figlie, altrettanto appassionate di moda, ci siamo chieste perché mai le opere d’arte dovessero essere necessariamente chiuse in una galleria o in un museo. E visto che il mio pennello era l’ago, perché non fare indossare le opere d’arte? In questo modo sono libere di girare ovunque: in città, nei luoghi di lavoro e così via.
D: Ogni capo Filly Biz è decorato a mano e realizzato su ordinazione. Qual è il processo creativo che segue per personalizzare ogni pezzo?
R: La maggior parte delle volte, la decorazione degli abiti parte da una chiacchierata con la cliente, discutendo delle sue necessità e di come desidera esprimere se stessa. Facciamo il possibile affinché l’abito sia strettamente SUO, cerchiamo di raccontare la persona. Non utilizziamo mezzi meccanici a parte macchina da cucire, ammetto che talvolta non faccio nemmeno il disegno e taglio direttamente. Siamo attente alla sostenibilità, del resto se compri un abito fatto per te, lo conservi nel tempo a differenza di un capo cheap. Se hai una cosa preziosa progettata su misura, cresciuta con te, con tessuti ricercati come seta e cotone, non la butti. Noi non gettiamo nulla, anche le applicazioni arrivano dagli scampoli di tessuto e dai ritagli di stoffa, lo scarto non è mai…uno scarto.

D: Ha coinvolto le sue figlie nel progetto Filly Biz, creando un team al femminile guidato comunque in pieno stile Filly Cusenza. Com’è lavorare in famiglia e come si riflette questa collaborazione nelle vostre creazioni?
R: Ho due figlie, Noemi e Federica che ho sempre portato con me nei viaggi, alle mostre e le ho coinvolte negli allestimenti delle mie esposizioni. Coltiviamo tutte l’amore per la moda e per l’arte, del resto sin da piccole sono cresciute in quest’ambiente. Noemi è una giornalista e Federica una fashion designer, praticamente la formula perfetta, ognuna con il suo ruolo. Federica si occupa della modellistica e della progettazione, io della parte creativa e Noemi della comunicazione. Ci confrontiamo tanto, ogni progetto è studiato nel minimo dettaglio.

Talvolta non siamo d’accordo ma poi arriviamo a destinazione, che in fondo è ciò che è meglio per la cliente. Siamo critiche verso noi stesse, precise e meticolose…talvolta pure eccessivamente! Ci divertiamo ed è un lavoro che facciamo con gioia. Ogni cliente diventa quasi una sorella, del resto entri nell’anima di queste persone, soprattutto se hai a che fare con una sposa con cui condividi mesi e mesi. Creare un abito da sposa è un’esperienza pazzesca, soprattutto per chi ci tiene davvero. Non facciamo ‘i soliti abiti’, chi viene da noi cerca qualcosa che abbia personalità.
D: In che modo la Sicilia – con i suoi colori, i suoi contrasti e la sua cultura – influisce sul suo immaginario creativo e sullo stile di Filly Cusenza?
R: Molti ci chiedono “Perché non lavorate a Milano?”. Noi rispondiamo: “Se tutti se ne vanno, che cosa rimane?”. A noi aiuta tantissimo l’online, con internet raggiungiamo il mondo. Stiamo in un posto che ci piace: vediamo il mare, i limoni, si mangia bene, la gente è socievole. Perché andare via? Ci spostiamo per partecipare alle fiere, agli eventi, alle sfilate ma sorge la necessità di godere di questa meraviglia che è la mia terra.

D: C’è un luogo del cuore in Sicilia, reale o simbolico, che la accompagna nel suo percorso artistico?
R: Le braccia della mia nonna siciliana: per me è un luogo adesso e lo è stato da bambina, e lo sarà per sempre. Lì mi sono sentita protetta e penso a lei quando lavoro. Mi ha insegnato tanto, era una sarta per il teatro.
D: Quali temi la appassionano di più e come sceglie le storie da rappresentare, e firmare Filly Cusenza?
R: La donna è il mio interesse principale, anche la mia installazione ‘Spazio Oltre’ al Museo Guttuso è pensata infatti come una casa con i luoghi della vita: parlo della maternità e di quanto sia importante. Io non ho voluto rinunciare all’essere madre per favorire il mio lavoro: ho 3 figli, mi sono laureata 2 volte, sono un artista e una professionista. I miei figli sono la mia gioia e la mia forza. Invito le donne di non arrendersi, di andare oltre gli ostacoli e la paura. I bambini possono essere coinvolti fin da piccoli, bisogna educarli al bello, all’arte. Dico: portateli alle mostre, nei musei e lottate per dare loro dei messaggi positivi.

D: E infine, guardando al futuro, quali progetti o direzioni artistiche le piacerebbe esplorare con Filly Biz?
R: Tra l grandi ambizioni c’è quella di affrontare, insieme alle mie figlie, sempre nuove sfide. Il nostro obiettivo è far conoscere all’estero il Made in italy, il nostro design e il nostro modo di vedere le cose. Noi, come italiani, siamo speciali: arte, archittetura, paesaggi sono nel nostro Dna, un Dna che sappiamo trasmettere con le nostre azioni quotidiane. Riuscire a realizzare degli abiti fantastici per delle donne che non conoscono ancora la nostra realtà è il proseguimento del sogno.
Filly Cusenza ci ha conquistati con la sua arte da indossare, dove ogni filo è una storia, ogni abito un ricordo. Il viaggio creativo continua, e ricordate che le nostre news non finiscono qua. Continuate a seguire Sicilian Secrets, dagli articoli sul blog alle interviste, senza dimenticare le novità sulla pagina Facebook e su Instagram. Stay tuned!
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